CHECKPOINT MAGAZINE, n°3 Maggio/Giugno 2006
Nadia Blarasin - Paola Martinella "Armonie in chiaroscuro"Ca' Milani, Sesto al Reghena (Pordenone)
Sulla superficie di Nadia Blarasin si affermano delle evidenze materiche capaci di rendere l'opera una sorta di muro, dove si registra la storia di emozioni e stati d'animo che l'artista elegge a elementi fondanti del suo segmento esistenziale. Lallusività figurale è marcata da contorni netti di tarsie cromatiche in cui i colori, tenuti spesso su una tonalità bassa, si confrontano in un ventaglio dilatato dei blu; qui si incuneano spesso segni incisi oppure in rilievo, che sommuovono il quadro e gli danno dinamicità strutturale.
Enzo Santese
CHECKPOINT MAGAZINE, n°3 Maggio/Giugno 2006
IL NUOVO 20/10/2006- " I muri dell'anima"
Nadia Blarasin riversa sull'opera i propri sentimenti, attivati da una contemporaneità che la impegna in una riflessione profonda, con la conseguenza di scatti emotivi, slanci psicologici che si traducono in forme appena leggibili, qualche volta involucri di spazialità che si confrontano sul piano dipinto. I colori, qualche volta mantenuti in una gamma di tonalità assonanti con un'unica tinta, si aprono a un ventaglio di gamme che risentono ancora di un'adesione alla natura, rarefatta ormai in sintesi di marcata contiguità con l'astrazione.In talune opere i corrugamenti di superficie si appianano in una monocromia apparente; in realtà i quadri, guardati da vicino, danno l'idea di finestre aperte su distese, dove la pellicola del colore è percorsa da qualche segno leggero e affiorante, che tende a farsi accenno di memoria del concreto. Il tutto dentro un progetto di ricerca di una libertà interiore che entra nella sua ispirazione e la porta a risultati capaci di innescare pretesti di interpretazione molteplici per il fruitore.Enzo Santese
IL GAZZETTINO 06/04/2008: " Nadia e Paola, un duetto di colore"
"Nadia & Paola, un duetto di luce e colore"[…] Nadia Blarasin percorre il suo itinerario evolutivo sperimentando le potenzialità della materia: i quadri sono spesso strutturati su un fondo in rilievo, dove l'autrice interviene con scansioni plastiche e spaziali oltre che con stesure, che risentono fortemente del loro essere dislocate su fondi granulari, come muri antichi su cui la mano dell'artista registra i battiti partecipativi della sua contiguità con l'esistente.I perni ispiratori sono quelli di un'interiorità continuamente sommossa da un confronto con il mondo fisico, in cui preleva motivi che ritiene speculari al suo stato d'animo e alla sua indole. La gamma cromatica è talora dominata dalle tonalità scure, che vengono fatte peraltro "vivere" dalla luminosità dei celesti o dei verdi.
Enzo Santese
IL GAZZETTINO Giugno/Agosto 2010 - Cà Lozzio Incontri
Cà Lozzio Incontri, Giugno/Agosto 2010
Nadia Blarasin riversa nella pittura i propri sentimenti, attivati da una contemporaneità che la impegna in una riflessione profonda, con la conseguenza di scatti emotivi, slanci psicologici che si traducono in forme appena leggibili, qualche volta involucri di spazialità che si confrontano sul piano dipinto. Questo, sostenuto da un marcato senso della materia, si fonda su colori mantenuti spesso in una gamma di tonalità assonanti con un'unica tinta e capaci di aprirsi a un ventaglio di gradazioni che risentono ancora di un'adesione alla natura, rarefatta ormai in sintesi di decisa contiguità con l'astrazione.
In talune opere i corrugamenti di superficie si appianano in una monocromia apparente; in realtà i quadri, guardati da vicino, danno l'idea di finestre aperte su distese, dove la pellicola del colore è percorsa da qualche segno leggero e affiorante, che tende a farsi accenno di memoria del concreto. L'artista agisce su una superficie che evidenzia una spiccata fisicità, ottenuta con sabbia, colla e polvere di quarzo, sulla quale si deposita il colore, dominato in assoluto dai rossi accesi, che digradano poi verso i verdi e i blu strappati al paesaggio.
Il carattere delle opere ha una precisa intonazione astratta, che indulge talora a qualche allusività figurativa, come è il caso delle "teste", lasciate emergere da un magma che pare cristallizzato dal tempo su un piano percorso dai fremiti e dalle sollecitazioni della cronaca. Sulla superficie di Nadia Blarasin si affermano delle evidenze materiche capaci di rendere l'opera una sorta di muro, dove si registra la storia di emozioni e stati d'animo che l'artista elegge a elementi fondanti del suo segmento esistenziale.
L'allusività figurale è prospettata da contorni netti di tarsie cromatiche in cui i colori, tenuti spesso su una tonalità bassa, si confrontano in un ventaglio dilatato dei blu; qui si incuneano spesso segni incisi oppure in rilievo, che sommuovono il quadro e gli danno dinamicità strutturale. I motivi propulsori dell'ispirazione di Nadia Blarasin sono quelli desunti dalla quotidianità, dalla considerazione del rapporto dell'uomo con se stesso e con gli altri, della relazione tra l'individuo e l'ambiente in cui si trova a vivere. In questo senso il quadro diviene un diario, aperto alle risonanze di emozioni che si materializzano anche in parvenze antropomorfe. Muovendosi nella logica di una pittura corposa, attua un'oscillazione concettuale tra visività e memoria; l'artista viaggia da tempo ai margini di un'astrazione, fatta di spezzoni di realtà quasi, ma non del tutto, irriconoscibile.
La sagoma di una figura o di un paesaggio torna ad essere più immediatamente afferrabile nei dipinti che si presentano come "muri", per quell'abitudine dell'artista a creare una superficie in rilievo che ha decise analogie con l'affresco: qui "svela" tracce preesistenti che innervano la composizione, dandole la parvenza di uno schermo, in cui il tempo ha segnato i propri battiti evolutivi.
Enzo Santese